Al fine di evitare bolle speculative e vere e proprie calamità finanziarie, gli economisti del Fondo Monetario Internazionale stanno rivalutando l’ipotesi di poter mettere a punto azioni di controllo dei capitali per i mercati emergenti sia attraverso un inasprimento della tassazione, sia mediante una regolamentazione più efficiente. In passato l’FMI, nel corso della crisi asiatica negli anni ’90, era palesemente contrario a restrizioni sui movimenti dei capitali nei Paesi emergenti, comprese le cosiddette “tigri asiatiche“, ma la crisi finanziaria ed economica da cui ora si sta tentando di uscire a fatica sembra aver lasciato il segno anche tra i ricercatori del Fondo Monetario Internazionale. Se da un lato infatti il libero mercato rappresenta il paradigma del capitalismo, dall’altro l’eccessivo spostamento dei capitali da un’area del mondo all’altra crea situazioni che minacciano palesemente i cicli di prosperità. La bolla dei mutui subprime, non a caso, ha lasciato il segno e sarà riportata nei libri di storia.
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