Il Fondo Monetario Internazionale arriva in Italia con il compito di verificare l’effettivo stato di salute delle banche italiane. Una missione che si protrarrà fino ai primi di febbraio, e che vedrà protagonista l’organizzazione di Washington, impegnata in una serie di incontri con i principali istituti di credito nazionali. L’obiettivo dichiarato è quello di mettere a fuoco i conti delle banche nazionali e, in particolar modo, l’andamento delle sofferenze e dei crediti deteriorati.
La visita, ad ogni modo – precisa una fonte vicina alle istituzioni interessate – non rappresenta un “campanello d’allarme” per le banche italiane, bensì una semplice visita pianificata da tempo, che condurrà e contribuirà al rapporto sulla stabilità finanziaria del Paese (Financial Sector Assessment Program), obbligatorio per 25 Paesi le cui banche hanno rilevanza sistemica. La visita di due settimane del Fondo si chiuderà a Roma nella sede di Bankitalia, e produrrà un report entro il mese di marzo (vedi anche Sofferenze bancarie dicembre 2012).
Una visita che non è priva di effetti, anche visto e considerato quanto anticipato da Giuseppe Mussari, che nel corso dell’ultimo mese di novembre ha messo in guardia sulle conseguenze che potrebbero avere eventuali valutazioni negative. Il presidente Abi ha infatti precisato che in caso di esito avverso dei controlli, anche il costo del debito pubblico italiano ne risentirebbe. Inoltre, è probabile che un giudizio negativo avrebbe un impatto altrettanto negativo sulle valutazioni di Borsa del comparto bancario, già fortemente penalizzato dalla paura che gli investitori possano essere chiamati in causa in processi di ulteriore patrimonializzazione.
Proprio per predisporre eventuali controffensive nei confronti del Fondo, l’Abi ha espresso l’intenzione di commissionare uno studio comparato a un soggetto indipendente, da confrontare con le risultanze Fmi. Nelle prossime settimane prenderà inoltre il via una similare missione in Spagna: a fine gennaio l’organizzazione giungerà nella Penisola iberica per indagare sullo stato di salute del settore finanziario del Paese, al fine di realizzare il “secondo report indipendente sulla riforma del settore bancario spagnolo” (vedi anche Sofferenze bancarie dicembre 2012).