Sono note da tempo le “crociate” lanciate dal segretario del Tesoro statunitense, Timothy Geithner, contro la politica economica posta in essere dalla Cina: gli ultimi auspici del segretario sono stati quelli di una politica di tassi di cambio all’interno dell’ex Impero Celeste, una delle possibili ricette per bilanciare la ripresa globale. Inoltre, Geithner è tornato a richiedere a gran voce uno yuan più forte, il quale sarebbe un sicuro anticorpo contro l’inflazione. L’intervento di Geithner di fronte al Senate Finance Committee è poi proseguito sullo stesso tono:
Le distorsioni che sono state causate dal tasso di cambio cinese sono un notevole impedimento alla crescita economica globale di cui abbiamo bisogno. Uno yuan più flessibile consentirebbe al paese una politica monetaria indipendente, la più necessaria in questo momento.
Tra l’altro, gli ultimi dati statistici mostrerebbero come le esportazioni e i prezzi immobiliari cinesi siano aumentati come non mai negli ultimi sei anni, chiaro segnale che il paese sta letteralmente sostenendo la crisi del debito sovrano europeo.
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