Se gli italiani piangono, a causa della crisi, i tedeschi non possono di certo sorridere, sebbene la locomotiva tedesca sia stata finora una delle poche a riuscire a sostenere il peso della recessione nell’area euro. La Germania deve fare i conti con uno scenario macro in peggioramento, ma fare anche attenzione a tenere maggiormente sotto controllo le finanze pubbliche. Infatti, secondo la Bundesbank (la Banca Centrale tedesca, ndr) nel 2012 il debito pubblico tedesco è aumentato dell’1,5%, toccando i livelli più alti di sempre.
Il debito pubblico della Germania ha superato quello dell’Italia: 2.166 miliardi di euro, pari all’81,6% del prodotto interno lordo. Per quanto riguarda l’Italia, il debito pubblico resta sopra 2.000 miliardi di euro a febbraio 2013 e precisamente a 2.017 miliardi. A gennaio era stato toccato un picco assoluto a 2.022 miliardi di euro, mentre a dicembre scorso il debito era sceso momentaneamente sotto la soglia psicologica dei duemila miliardi. Tuttavia, bisogna sottolineare che il rapporto debito/pil dell’Italia sfiora il 130%, mentre quello tedesco è inferiore all’82%.
Il peggioramento delle finanze pubbliche teutoniche è dovuto soprattutto al maggiore contributo del paese nei piani di salvataggio per i paesi dell’eurozona in difficoltà finanziarie. Berlino ha la quota di pertinenza più alta nell’area euro, per cui gli esborsi sono maggiori rispetto agli altri paesi. Tra l’altro ieri il Bundestag, ovvero il Parlamento tedesco, ha approvato in larga maggioranza il pacchetto di aiuti finanziari da concedere a Cipro per un controvalore complessivo di 10 miliardi di euro, che vedrà Berlino contribuire con quasi 3 miliardi.
Il peggioramento del debito tedesco non è passato inosservato agli occhi delle agenzie di rating. Moody’s ha comunque deciso di confermare il giudizio “AAA”, mentre il rating Germania tagliato ad “A” da Egan-Jones. Questa agenzia, salita alla ribalta per aver tagliato il rating degli USA un mese prima di S&P nell’estate del 2011, sottolinea che la Germania ha grossi problemi nel settore bancario, a causa dell’esposizione alla periferia europea, e che il rapporto debito/pil è in costante aumento: nel 2011 era all’80%, ma è destinato a salire al 100%.