Il Giappone nel primo trimestre di quest’anno ha registrato un calo record del prodotto interno lordo con una contrazione su base annua del 15,2%, la peggiore degli ultimi cinquantaquattro anni, ovverosia da quando sono iniziate le rilevazioni a livello statistico. Non trattasi di una notizia che comunque sorprende: anzi, gli analisti avevano previsto pure dati peggiori visto che in base alle stime il PIL Q1 avrebbe potuto anche registrare una contrazione su base annua fino al 16,5%. E’ la conferma che i motori della crescita economica del Paese del Sol Levante se non sono fermi sono quantomeno ingolfati da una crisi finanziaria ed economica che, partita dagli USA, in Giappone ha generato i suoi effetti più nefasti a causa, principalmente, della forte dipendenza del Paese dalle esportazioni. La rivalutazione dello yen ha poi fatto il resto aggravando ulteriormente una crisi che, pur tuttavia, secondo una buona fetta di economisti avrebbe a questo punto toccato il suo punto più basso. Ma in Giappone c’è anche da risolvere la crisi di sfiducia dei consumatori, i quali spendono meno non solo per effetto del calo dei redditi, ma anche per il fatto che a causa delle incertezze tendono a risparmiare di più rispetto agli anni passati.