Al contrario di quanto alcuni pensavano, il governo greco non cadrà: il primo ministro Georges Papandreou ha ottenuto ieri la fiducia del Parlamento, dopo una settimana critica in cui sembrava si dovesse ricorrere presto alle elezioni: il primo ministro, che ha ottenuto 153 voti sui 298 espressi. Papandreou aveva espresso dubbi sul fatto che potesse ottenere la fiducia, dopo la crisi aperta all’interno del suo partito e dopo la sua proposta per un referendum per convalidare il piano europeo di aiuti alla Grecia. Il suo operato è stato giudicato da un Parlamento che apparentemente non aveva più i numeri per sostenerlo, ma che si é rivelato ancora a favore del primo ministro.
Prima del voto di fiducia Papandreou si era impegnato ad avviare negoziati con l’opposizione per formare un governo di emergenza (se avvesse superato la fiducia come infatti é successo) e la promessa verrà mantenuta: nelle prossime ore il primo ministro incontrera’ il presidente Karolos Papoulias per avviare quindi le consultazioni. Antonis Samaras, numero uno dell’opposizione, al momento non ha ancora chiarito se il suo partito Nuova Democrazia entrerà nel governo di transizione. Secondo il ministro delle Finanze, Evangelos Venizelos, che aveva ampiamente espresso i suoi dubbi in merito al governo, non molla la presa e sostiene che la nuova amministrazione guiderà il paese fino a febbraio, per poi tornare alle urne a marzo.
Sabato a mezzogiorno, mi recherò in visita dal Presidente della repubblica perché troviamo un accordo sulla composizione di un governo di consenso e su chi sarà a dirigerlo – ha detto il premier di fronte al Parlamento -. Non ho mai visto la politica come una professione. Ho operato per fare passi in avanti anche con un costo personale, che hanno avuto come obiettivo l’interesse della democrazia, della patria e dei cittadini. Se non restassi primo ministro, rimarrei fra quelli che servono l’interesse nazionale in quanto favorevole a una cooperazione nazionale.
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