Il greggio estende il calo di ieri e scivola appena sotto i 58 dollari al barile. Gli operatori si concentrano sulle deboli prospettive della domanda, mentre passano in secondo piano le notizie sulle possibili ulteriori riduzioni dell’offerta da parte dell’Opec, che potrebbero essere decise al meeting di dicembre. Ieri il greggio ha chiuso sotto i 60 dollari per la prima volta dal marzo 2007, con un vistoso calo del 5%.
La notizia che l’Opec potrebbe decidere di tagliare di nuovo l’offerta (ora si parla di un milione di barili al giorno), può fare poco per contrastare la spirale ribassista che ha già portato il greggio sotto i 60 rispetto ai 147 di metà luglio,
dice un operatore.
Notizie negative dappertutto, e il tono ribassista riguarda anche la nuova tornata di dati sulla produzione industriale cinese e giapponese,
nota Tobias Merath, responsabile della ricerca sulle commodities di Credit Suisse.