Le bollicine europee sono meno frizzanti del solito: non è casuale che gran parte delle aziende attive nel settore della produzione e commercializzazione di birra stiano vivendo un momento difficile, ma cerchiamo di capirne il motivo. Uno dei casi emblematici è quello dell’olandese Heineken, la quale ha riportato proprio ieri dei profitti poco entusiasmanti per quel che riguarda il primo semestre di quest’anno. Inoltre, l’azienda di Amsterdam ha annunciato che i prossimi profitti non saranno i migliori in assoluto, anzi i volumi registrati a luglio e ad agosto non lasciano sperare in nulla di positivo. Quindi, anche l’outlook è debole e bisogna fare i conti con un preoccupante calo dei consumi, con i tagli governativi e con i possibili licenziamenti.
Lo stesso discorso, comunque, vale anche per la danese Carlsberg, alle prese con la scarsa domanda proveniente dalla Russia. Il titolo Heineken non poteva dunque che crollare di ben quindici punti percentuali nel corso della giornata di ieri, visto che perfino le condizioni climatiche non sono di alcun aiuto in questo momento e solitamente rappresentano un fattore chiave del mercato. Nel dettaglio, il profitto complessivo dei primi sei mesi del 2011 è stato pari a 605 milioni di euro, mentre soltanto un anno fa questo dato veleggiava oltre i settecento milioni; c’è però da aggiungere che i volumi organici sono aumentati del 4,2%, attestandosi a quota 104,1 milioni di ettolitri.
Qualche sprazzo di ottimismo giunge dal mercato latino-americano, da quello dell’Africa sub-sahariana e dall’Asia-Pacifico, mentre l’incertezza di Europa e Stati Uniti continuerà a rendere queste piazze poco allettanti. Gli analisti sono rimasti a dir poco delusi e si attendevano risultati più solidi dopo le numerose promesse del gruppo. Le azioni, intanto, hanno subito il calo più pesante all’interno del benchmark di riferimento (nonostante le ottime performance degli ultimi mesi), chiudendo al di sotto dei 4,53 euro.