L’Ilva ha chiuso lo stabilimento di Taranto, dopo che ieri la Guardia di Finanza ha arrestato sette persone tra vertici della società, politici locali ed ex dirigenti. Nuova bufera, dunque, sull’Ilva di Taranto, che già in estate aveva visto l’area industriale posta sotto sequestro per l’accusa di disastro ambientale. Ora l’accusa è quella di concussione, corruzione e associazione a delinquere. In base ai dati raccolti finora, l’Ilva avrebbe corrotto politici e imprenditori locali, ma anche periti industriali per rendere molto più morbide le perizie sulle conseguenze ambientali dell’attività siderurgica dell’azienda a Taranto.
Sotto sequestro sono finiti ora anche prodotti e semilavorati destinati ad altri stabilimenti. I provvedimenti restrittivi riguardano il patron Emilio Riva, che al momento è agli arresti domiciliari, il figlio Fabio finito sotto custodia cautelare, il vice-presidente del gruppo Riva (che sembra al momento non reperibile) e altre cinque persone tra politici ed ex dirigenti: l’ex consulente Girolamo Archinà, poi Luigi Capogrosso, ex direttore del siderurgico di Taranto (entrambi finiti in carcere), Lorenzo Liberti (ex direttore del Politecnico), Michele Conserva (ex assessore all’Ambiente alla Provincia di Taranto) e l’ingregnere Carmelo Delli Santi.
Tranne Archinà e Capogrosso, finiti già in carcere, gli altri accusati sono agli arresti domiciliari. La bufera sull’Ilva di Taranto travolge, però, anche altri due nomi illustri, ovvero il presidente della società Bruno Ferrante e il direttore generale Adolfo Buffo. Tuttavia, Ferrante respinge le accuse al mittente e si ritiene completamente estraneo alla vicenda. Il presidente dell’Ilva non ha intenzione di rinunciare al suo incarico e ritiene che le accuse rivolte dal pm di Taranto sono “inconsistenti e strumentali”.
L’Ilva ha fatto sapere che il provvedimento del Gip non permetterà più la commercializzazione dei prodotti dell’azienda. Inoltre, ci sarà la cessazione delle attività siderurgiche, la chiusura dello stabilimento di Taranto ma anche di altri stabilimenti del gruppo. E’ stata già chiusa ieri l’area a freddo, ciò vuol dire che 5.000 dipendenti resteranno a casa.