Il sistema-Italia è in profonda crisi sia economica (recessione in corso da mesi) che finanziaria (attacchi speculativi al debito pubblico). In questo contesto le aziende faticano a trovare la retta via, in particolare le piccole e medie imprese rischiano di soffocare in assenza di credito bancario. Sono tante le aziende che ci hanno già lasciato le penne e la fotografia della Corporate Italia è senza dubbio molto preoccupante. Nel primo semestre del 2012 in Italia quasi 35 aziende al giorno hanno dichiarato bancarotta.
Ciò vuol dire che ogni mese mille aziende vanno in default, per un totale di 6.321 fallimenti. I settori che sono stati finora più colpiti dalla crisi sono quelle delle costruzioni e il commercio. Tra le regioni spicca il numero di istanze di fallimento presentate in Lombardia, che attualmente detiene questo triste primato negativo con oltre un quinto delle istanze del totale. Dal 1° gennaio 2009 le aziende che hanno portato i libri in tribunale sono state 39.159. Il trend negativo è però in costante crescita.
Secondo quanto emerge dallo studio di Cribis D&B, società del gruppo Crif specializzata in business information, nel primo semestre dell’anno le istanze di fallimento sono 6.399 in meno rispetto allo stesso periodo del 2011 ma superiori del 30% rispetto all’analogo periodo del 2009, ovvero il periodo pre-crisi. La Lombardia presenta il maggior numero di fallimenti, seguita da Lazio, Veneto e Campania.
Quasi un quinto di tutti i default riguarda il settore edilizio, sommando però anche i micro-settori della costruzione di edifici, degli installatori e dell’edilizia specializzata. Il settore edile sta sperimentando anche un drastico allungamento dei tempi di pagamento ai fornitori. Molto colpito è anche il settore del commercio all’ingrosso. In generale, in Italia a fallire sono soprattutto società di capitali (4.839 casi, 77% del totale), poi società di persone (12%) e ditte individuali (11%).