Non sono ottimiste le piccole imprese che operano nel commercio. Il dato è contenuto nell’indagine congiunturale su commercio e servizi a cura di Unioncamere relativa al IV trimestre del 2010 ma che butta uno sguardo sulle attese per il 2011.
Così, se le aziende con oltre venti dipendenti hanno una visione del futuro a tinte decisamente rosa e fanno registrare un + 22% nel saldo tra coloro che si aspettano un aumento delle vendite e quanti, invece, temono una diminuzione, ben diversa è la situazione nelle imprese di dimensioni inferiori. I piccoli esercenti, infatti, segnano un – 19% nel saldo tra ottimisti e pessimisti sul futuro del settore. E se, poi, si scorpora lo stesso dato della grande distribuzione su base territoriale, si noterà che un atteggiamento più positivo (+ 10) è riscontrabile nelle regioni del Nord Italia mentre nelle altre parti del Paese si respira un’atmosfera più preoccupata.
Del resto, la situazione, nell’ultimo trimestre del 2010, non era stata certamente tutta rose e fiori. Anzi. Nel commercio, le aziende con meno di venti dipendenti hanno visto un calo nella propria attività pari a un – 3,6% che ha fatto pendere la bilancia del settore verso il segno “meno” nella media con un – 1,9% nonostante il dato positivo delle imprese maggiori che avevano salutato con favore il risultato del + 0,8%.
Anche in questo caso, la differenza territoriale ha avuto un’incidenza non da poco: nelle regioni del Sud del Paese, lo stesso dato segnala una flessione del – 2,7% contro il – 2,1% registrato nel Centro e nel Nord-Ovest e un – 0,3% del Nord-Est. La diminuzione delle vendite dei piccoli esercenti è riscontrabile negli alimenti (- 2,9%) e nei generi non alimentari, seppure con una percentuale leggermente inferiore e pari al – 2,5%. Le vendite nella grande distribuzione, al contrario, sono cresciute per raggiungere un + 0,7%.
Segno “più” per le imprese che operano nei servizi che sono riuscite a chiudere il bilancio dell’ultimo trimestre del 2010 con un + 0,1%.