Confermando il dato comunicato in via preliminare, l’Istituto Nazionale di Statistica ha reso noto in data odierna che l’inflazione nel nostro Paese, per il mese di maggio, si è attestata allo 0,9% rispetto all’1,1% registrato nello scorso mese di aprile. Per effetto della crisi economica, e della contestuale contrazione dei consumi, quindi, i prezzi in Italia sono sempre più “freddi”, al punto che per risalire ai valori di maggio 2009 bisogna tornare indietro fino all’anno 1968, quando l’indice dei prezzi al consumo, nel mese di novembre, aveva fatto registrare una variazione dello 0,7%. Pur tuttavia, il fatto che i prezzi, anche quelli dei beni di prima necessità, siano più bassi non apporta vantaggi significativi ai consumatori, visto che il loro reddito medio per effetto della crisi si è vistosamente ridotto. Per questo, tra l’altro, il Codacons, a commento dei dati forniti dall’ISTAT, parla per l’inflazione di un “calo virtuale” alimentato anche dalla contrazione dei prezzi nel settore dell’energia. Secondo l’Associazione, per rilanciare realmente i consumi servirebbero ampie e generalizzate riduzioni dei prezzi per beni e servizi sia per alleviare le difficoltà delle famiglie che faticano ad arrivare alla fine del mese, sia per evitare che le imprese, ed in particolare gli esercenti, si trovino costrette ad abbassare per sempre le saracinesche.
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