Giugno è il quinto mese consecutivo di deflazione per l’Italia e per di più i prezzi non accennano a risalire, registrando un calo tendenziale. I dati provvisori dell’Istat evidenziano un incremento dello 0,1% dei prezzi al consumo su base mensile e una diminuzione su base annua pari a -0,4% (era -0,3% a maggio).
Le dinamiche deflazionistiche sono, stando a quanto comunicato dall’Istituto di statistica, in gran parte riconducibili all’ampio calo dei prezzi dei beni energetici (-7,5% in confronto a giugno 2015), sebbene meno intenso di quello registrato a maggio. Al netto degli alimentari non lavorati e dei beni energetici l'”inflazione di fondo”, rallenta e si porta a +0,5% (da +0,6% di maggio).
Proprio il calo dei prezzi, d’altra parte, sta alla base di quel rimbalzo del potere d’acquisto che lo stesso Istituto ha tracciato nella sua pubblicazione sulla salute delle finanze pubbliche: su base annua, il potere d’acquisto delle famiglie è salito del 2,3% durante il primo trimestre dell’anno, registrando l’aumento più ampio dal secondo trimestre del 2007, prima dello scoppio della crisi.
Quanto alle tendenze per il futuro, dal report sui prezzi si intravedono segnali di rafforzamento dall’analisi del cosiddetto carrello della spesa, che concerne i beni alimentari, per la cura della casa e della persona: salgono a giugno per la prima volta dopo quattro mesi. I dati provvisori dell’Istat fanno registrare un aumento dello 0,1% sia su base mensile sia su base annua, dopo che a maggio la variazione tendenziale era stata nulla.
Se in Italia i dati restano dunque in chiaroscuro, la stima flash di Eurostat afferma che l’inflazione nell’Eurozona a giugno è tornata in terreno positivo: +0,1%. L’incremento dei prezzi maggiore su base annuale è stata nei servizi (+1,1%), alimentari, alcol e tabacco (+0,9%), mentre continua il calo dell’energia pur in attenuazione (-6,5%, dal -8,1% precedente).