La recessione in Italia non morde la presa. Anzi, diventa anche più marcata visto che nel primo trimestre del 2013 la flessione è risultata più elevata rispetto alla stima effettuata un mese fa. Con la seconda lettura è emerso che il pil italiano è diminuito dello 0,6% su base annua, rispetto alla stima preliminare del 15 maggio scorso di -0,5% t/t. Nel quarto trimestre del 2012il calo era stato dello 0,9% su base congiunturale. La diminuzione del pil italiano è del 2,4% su base annua, rispetto al -2,3% emerso dalla prima lettura.
Per l’Italia si tratta del settimo trimestre consecutivo in recessione. E’ la striscia negativa più lunga dall’inizio del calcolo delle serie storiche, ovvero dal 1990. La caduta del pil, iniziata nell’estate del 2011, non dovrebbe fermarsi nei prossimi trimestri. Tra l’altro lo scorso mese l’Istat ha rivisto le previsioni sul pil italiano, aspettandosi ora una caduta del prodotto interno lordo dell’1,4% nel 2013 rispetto al -0,5% stimato in precedenza. Per l’Ocse il pil dell’Italia scenderà dell’1,8%, secondo Mario Draghi dell’1,6%.
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Per quanto riguarda la produzione industriale italiana, c’è stato un rallentamento della caduta nel mese di aprile. E’ quanto emerge dall’ultima rilevazione dell’Istat, che ha evidenziato una diminuzione dello 0,3% su base mensile dopo la flessione dello 0,9% di marzo (dato rivisto in calo dal -0,8% della precedente stima). Nel trimestre che va da febbraio ad aprile, la produzione industriale è scesa dell’1% rispetto al trimestre precedente.
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Corretto per gli effetti del calendario (un giorno lavorativo in più rispetto a 12 mesi prima, ndr), l’indice della produzione industriale è sceso del 4,6% in termini tendenziali. La caduta dell’industria è stata quindi più contenuta rispetto al -5,3% di marzo (dato rivisto da -5,2%). Con la flessione di aprile, siamo giunti al 20-esimo calo consecutivo dell’indice su base tendenziale. Per trovare una variazione positiva dell’industria bisogna andare molto indietro nel tempo, ovvero ad agosto 2011.