Fare impresa? In Italia è un’impresa. A sottolinearlo è il Censis, che ricorda che il contesto internazionale è oggi favorevole alla ripresa economica, ma la chimica interna del sistema rischia di bloccare la crescita.
All’interno della graduatoria mondiale della World Bank, l’Italia si colloca al 56° posto su 165 Paesi per facilità di fare impresa. Al fine di ottenere un permesso edilizio per costruire un capannone, nel nostro Paese servono mediamente 233 giorni (quasi 8 mesi), con un costo delle procedure che arriva fino a quasi il 4% del valore dell’investimento. Per ricevere la stessa autorizzazione, in Germania bastano 96 giorni, 105 nel Regno Unito, 183 in Francia. Per allacciarsi alla rete elettrica, in Italia sono necessari in media 124 giorni: solo 28 in Germania, 79 in Francia, 85 in Spagna. Burocrazia e scarsa trasparenza generano un contenzioso complesso e costoso. L’Italia si colloca al 147° posto su 180 Paesi nella graduatoria mondiale relativa alla risoluzione delle controversie commerciali, lontanissima dalla prima posizione di Singapore e più vicina alle performance di Trinidad e Tobago, distante anche da tutti gli altri Paesi dell’Unione europea, con l’unica eccezione della Grecia. Per risolvere una controversia commerciale bisogna passare attraverso 37 procedure e servono in media 1.185 giorni (circa 3 anni e 3 mesi), contro i 394 giorni della Germania, i 395 della Francia, i 437 del Regno Unito, i 510 della Spagna. Peggio di noi in Europa solo Slovenia (1.270 giorni necessari in media per risolvere una causa commerciale) e Grecia (1.580 giorni)”.
Per il carico fiscale, comunque, le cose non vanno meglio. Anche in questo caso, però, si fa riferimento in particolare alla difficoltà di tenere il passo degli obblighi.