La notizia è di quelle che forse, visto il personaggio, potrebbe trovare migliore collocazione nelle cronache rosa piuttosto che in quelle finanziarie, se non fosse che c’è in ballo anche il destino di 100 lavoratori. Stiamo parlando della richiesta di fallimento presentata dalla Procura di Parma di concerto con un pool di creditori verso la Guru la società che, fondata dal nulla da Matteo Cambi, è stata portata in soli cinque anni ad un fatturato di quasi 70 milioni di euro, facendo gridare un po’ prematuramente, al miracolo imprenditoriale. Ora invece il crack in una situazione economica che peggiore non poteva capitare. A nulla è servito la cessione del marchio, avvenuta due anni fa agli indiani della Bombay Rayon Fashions per 33 milioni di euro. E’ difficile non pensare a casi eclatanti come quello di Ricucci o di qualche altro cosidetto furbetto del quartierino, che hanno visto in pochi anni accumulare fortune spropositate e allo stesso tempo prime pagine di giornali più o meno scandalistici, sulla scorta del vero guru in materia Flavio Briatore, per poi vedere con altrettanta velocità svanire tutto in una bolla di sapone. Auguriamo di cuore che cambi e la sua azienda risolva i problemi, ma resta il fatto che in molti giovani forse dovrebbe cambiare quell’idea, secondo cui fare l’imprenditore è diventato come una sorta di scorciatoia per conquistare le pirme pagine di Novella 2000.
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