Una grande responsabilità quella data all’Italia e al suo nuovo premier: Merkel e Sarkozy esprimono piena fiducia al governo del professor Monti, ma sottolineano senza mezzi termini che un nostro crollo porterebbe inevitabilmente alla fine dell’euro. Un’affermazione che sa tanto di avvertimento, il crollo del nostro Paese potrebbe provocare, secondo i due governatori, delle conseguenze imprevedibili a livello europeo. Sia Merkel che Sarkozy hanno apprezzato il contributo fornito dall’esecutivo di Monti alla guida della terza economia più grande della zona euro. Il governatore tedesco ha definito le riforme di Monti “davvero impressionanti”, da parte sua il nuovo premier ha garantito che l’Italia come ogni altro Paese deve fare di tutto per garantire la sopravvivenza dell’area euro.
L’incontro tra Sarkozy, Monti e Merkel ha raffreddato le speranze degli operatori per la creazione di un euro bond – ha commentato Jonathan Sudaria, dealer di Capital Spreads, società di ricerche di mercato -. Il tentativo di risolvere la crisi del debito attraverso una crescente unione fiscale probabilmente sarà un lungo affare burocratico, esattamente l’opposto di quello che i mercati cercano per ripristinare la fiducia. Finché Merkel segue questa linea e si oppone alla creazione di euro bond, il sentiment del mercato continuerà sulla sua traiettoria al ribasso.
In un comunicato del Consiglio dei ministri si legge come Monti abbia sottolineato l’impegno dell’Italia nel compiere progressi significativi in materia di consolidamento fiscale, mentre l’impegno a rendere tale consolidamento sostenibile necessità, secondo il neo premier, di essere attuato in tempi rapidi. Mario Monti ha quindi ribadito a Merkel e Sarkozy l’impegno dell’Italia a raggiungere gli obiettivi stabiliti in sede europea, soprattutto in riferimento al pareggio di bilancio entro l’anno 2013, tramite riforme strutturali ‘eque ma incisive’.
L’Italia ha davanti sfide formidabili, anche per le debolezze antiche. Oltre al consolidamento di bilancio, sono necessarie ambiziose misure per rilanciare la crescita, garantendo l’equità sociale – ha detto Olli Rehn -. Sono comunque risultanti raggiungibili.
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