Mutui subprime torna il rischio bolla negli USA

A poco più di cinque anni dallo scoppio della crisi finanziaria negli Stati Uniti legata alla bolla dei mutui subprime, la speculazione sui prodotti finanziari strutturati torna prepotentemente alla ribalta in una fase di mercato dove i tassi di interessi sui minimi di sempre stanno spingendo gli investitori verso strumenti particolarmente rischiosi allo scopo di ottenere rendimenti reali molto positivi. Gli speculatori si sono lanciati nuovamente nella corsa all’acquisto di obbligazioni legate a prestiti per grandi progetti commerciali, dagli alberghi ai centri commerciali.

Si tratta di uno dei segmenti più pericolosi e aleatori di questo mercato, dove una parte delle cartolarizzazioni da decine e decine di miliardi di dollari non è poi così tanto sicura come si può pensare. Nonostante i recenti progressi del mercato immobiliare americano, il tasso di default è salito su livelli record sopra il 9%. Finora questi prodotti finanziari hanno premiato gli investitori più temerari, tanto che nel 2012 il rendimento dei commercial-mortgage bond è stato del 10% circa.

RISCHIO BOLLA SUI JUNK BOND AMERICANI

Si tratta di un tasso inferiore al 15,6% circa offerto in media dai bond spazzatura (junk bond), che per definizione sono titoli molto rischiosi, a basso rating e ad alto rendimento. Il boom è dovuto per lo più all’azione aggressiva della Fed, che continua a iniettare liquidità sui mercati finanziari ad un ritmodi ben 85 miliardi di dollari al mese. Secondo le stime di The Wall Street Journal, le vendite di questi prodotti si sono impennate verso i 50 miliardi di dollari l’anno, dopo che nel 2009 il mercato sembrava ormai essere stato cancellato dal tracollo dei titoli legati ai mutui ipotecari.

FED POTREBBE FERMARE PIANO ACQUISTO TITOLI ENTRO FINE 2013

Siamo ancora lontani dal top dei 228 miliardi di dollari l’anno pre-crisi Lehman, ma il timore che possa alimentarsi una nuova bolla sui mutui subprime è in costante aumento. Lo scorso anno il mercato è cresciuto del 46% a 44 miliardi di dollari, ma per il 2013 si prevede un boom fino a 65 miliardi di dollari. Secondo le ultime stime relative a novembre, il 9,7% dei prestiti commerciali messi in garanzia dei bond sono in sofferenza. Un campanello d’allarme da non sottovalutare.

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