Battezzato dallo stesso Mario Monti come decreto “Salva Italia“, lascia facilmente dedurre che sarà la manovra che porterà il nostro Paese fuori dal baratro che si era prospettato, dopo la crisi del Portogallo, ma soprattutto dei nostri vicini di casa greci. L’Italia é una delle economie trainanti dell’unione Europea e “non può permettersi” di sbagliare. Gli italiani sono stati chiamati a prendere atto di questo periodo di austerità: sono 101, fra emendamenti e sub-emendamenti, le modifiche introdotte nel decreto salva Italia. Vediamo alcune novità introdotte con questa manovra.
Il tema più caldo oggetto di modifiche è stato quello relativo alle pensioni. Sono stati inseriti degli elementi di gradualità per evitare un brusco cambiamento nei progetti dei lavoratori che sarebbero dovuti andare presto in pensione e che rischiava di slittare improvvisamente l’età del riposo addirittura di 5 – 6 anni. Solo fino all’anno prossimo si potrà andare ancora in pensione con i requisiti richiesti dalla vecchia riforma. Dal 2013 invece dovremo dire addio ai 40 anni: questo periodo rappresentava il limite massimo di contribuzione considerato utile, dal sistema previdenziale, ai fini del calcolo della pensione.
Sempre relativamente alla pensione il tema della rivalutazione degli assegni. Finora si prevedeva il recupero dell’inflazione per quei vitalizi inferiori a 936 euro, dal prossimo anno la soglia si alzerà arrivando a 1400, per poi scendere nuovamente dal 2013 a 936 euro.
Altro tema scottante, i costi della politica: il Parlamento avrà il potere di decisione sui tagli degli stipendi di senatori e deputati e dovrà prendere provvedimenti in merito entro il primo mese dell’anno.
Capitali scudati: la percentuale salirà al 2% anziché all’1,5%, con un’imposta speciale del 10 per mille per gli anni 2012 e 2013, e del 4 per mille nel 2014.
IMU, ritorna l’ICI con una nuova veste, che però sarà più magnanime di quanto temuto: é prevista una detrazione di 50 euro per ogni figlio di età massima 26 anni e in aggiunta alla detrazione di 200 euro per un massimo di 400 euro. Si potrà quindi, grazie alle detrazioni, azzerare la tassa in taluni casi.
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