Venerdì il sistema-Italia è tornato ad essere attaccato dalla speculazione internazionale, che ha colpito pesantemente sia la borsa di Milano che i titoli di stato. A Piazza Affari, infatti, l’indice azionario FTSE MIB è crollato del 4,38%, mentre lo spread Btp-Bund ha superato quota 500. Il rendimento del decennale italiano ha raggiunto anche il 6,2%. La speculazione ha preso di mira anche la Spagna, proprio nel giorno dell’approvazione da parte dell’Eurogruppo degli aiuti alle banche spagnole. La borsa di Madrid è crollata del 5,82%, mentre lo spread Bonos-Bund è volato a 612.
Lo spread spagnolo ha così sfondato la soglia dei 600 punti base, per cui i Bonos a dieci anni rendono quasi il 7,3%. Nonostante l’approvazione degli aiuti, la Spagna si trova in una situazione davvero drammatica. Il governo di Madrid ha annunciato di non avere più denaro in cassa, mentre la regione di Valencia ha chiesto aiuto per evitare la bancarotta visto che non riesce più a pagare i debiti. Inoltre, il meccanismo dello scudo anti-spread resta avvolto in un alone di mistero.
Gli investitori hanno punito pesantemente la Spagna. Il rendimento delle Letras a tre mesi è raddoppiato in un solo giorno fino all’1,35%, mentre i titoli biennali hanno sfiorato il 6% di yield. Il brusco rialzo dei rendimenti a breve termine significa che gli investitori sono molto preoccupati per la Spagna nell’immediato futuro. Inoltre, il tasso sui Bons a dieci anni sopra il 7% è impossibile da sostenere ancora per molto. L’agenzia di rating Egan-Jones ha tagliato a “CC+” il giudizio sulla Spagna: viene assegnata una probabilità del 35% di fallimento nel giro di 12 mesi.
Il contagio ha raggiunto l’Italia. Il debito pubblico continua ad aumentare (nuovo record a maggio 2012), ma il pericolo più imminente è non riuscire ad evitare la violenza dell’onda d’urto della crisi spagnola. L’Italia è too big to fail: troppo grande per essere salvata, troppo fragile per resistere da sola. I timori nell’immediato si riflettono sui tassi a breve: venerdì il rendimento dei BoT a tre mesi è volato fino all’1,19% dallo 0,68%.