Quella di oggi è stata una giornata incerta per le Borse europee, reduci da una vigilia di ribassi dopo le mosse della Banca centrale europea della scorsa settimana. Mosse che avevano permesso di consolidare il recupero andato in scena nelle ultime ottave.
Milano, che prima parte bene e poi scivola in rosso, ha chiuso in calo dello 0,18% nonostante Fca si sia ben posizionata dopo i dati sulle immatricolazioni a livello europeo. Sotto la lente di ingrandimento c’era il titolo Telecom: Jp Morgan ha una posizione lunga sul titolo per oltre 10 punti percentuali del capitale. Londra riesce a tenere il +0,58%,Francoforte chiude a +0,5%, mentre Parigi termina in rosso dello 0,22%. Bene Wall Street dopo la decisione della Fed di mantenere i tassi invariati: il Dow Jones è salito dello 0,45%, il Nasdaq dello 0,75%.
L’attesa è stata tutta per la Federal Reserve: il mercato ha trattato scontando nessun rialzo dei tassi d’interesse da parte del Fomc (la Commissione che decide la politica monetaria). I Fed Funds, gli indicatori di mercato che anticipano le modifiche di politica monetaria, indicano una probabilità di poco superiore al 50% per un rialzo a giugno, e incorporano un’aspettativa di un secondo rialzo fra fine 2016 e inizio 2017. La presidente della Fed è stretta da una parte dalla ripresa domestica, che è buona e giustificherebbe un rialzo dei tassi, ma d’altra parte le mosse accomodanti di Bce e BoJ rischiano di far apprezzare troppo il dollaro, con contraccolpi sull’export Usa.
In Gran Bretagna la disoccupazione del trimestre novembre-gennaio è rimasta invariata al 5,1%, mentre le retribuzioni sono cresciute del 2,1%. Il ministro delle Finanze britannico, George Osborne, ha tagliato le stime di crescita del Regno Unito, portandole dal 2,4% al 2% nel 2016.