Dieter Rampl, numero uno di Unicredit, non poteva ovviamente evitare una discussione sulla componente azionaria libica presente nel capitale della banca, proprio in questi giorni così difficili per la nazione africana: l’esercizio di voto di questi azionisti verrà valutato nella maniera più accurata e dettagliata possibile, anche perché si tratta di un esercizio più che dovuto. In effetti, non bisogna dimenticare che la Libia partecipa alle sorti finanziarie del maggiore istituto di credito europeo con una partecipazione complessiva del 7,5%, suddivisibile in un 4,9% per quel che concerne la banca centrale di Tripoli e un 2,6% relativo al fondo sovrano. Tra l’altro, il vicepresidente del gruppo è proprio un banchiere di nazionalità libica, Farhat Bengdara. Bisogna comprendere, anzitutto, se le due quote appena citate possano essere ricondotte a una sola società controllante.