Rating Italia tagliato da S&P a BBB

 A distanza di 18 mesi dall’ultimo declassamento, Standard & Poor’s ha deciso di tagliare il rating di lungo termine sul debito sovrano della Repubblica Italiana al nuovo livello di “BBB”. Il precedente giudizio era “BBB+”. L’outlook sul rating sovrano è negativo, per cui c’è una possibilità su tre che nei prossimi trimestri avvenga un nuovo downgrade. Ennesimo schiaffo di S&P all’Italia, dunque, che arriva in una fase di divisioni tra i partiti politici su alcune questioni economiche fondamentali, come il dossier relativo all’Imu e quello dell’incremento dell’Iva.

L’agenzia di rating S&P non apprezza l’incertezza del governo italiano, sottolineando che ora c’è il rischio che gli obiettivi di bilancio per il 2013 non vengano centrati a causa “della sospensione dell’Imu e del possibile ritardo del pianificato aumento dell’Iva”. L’agenzia ritiene che la copertura del disavanzo potrebbe essere a rischio, senza il gettito fiscale garantito da queste due fondamentali voci di entrata nelle casse dello Stato.

Il premier Enrico Letta ha commentato il downgrade non senza polemiche. Il capo del governo italiano ha sottolineato che l’Italia resta un “vigilato speciale”, ma l’annuncio del declassamento di S&P arriva di martedì, e non come solitamente avviene di venerdì, dando in questo modo il tempo agli investitori di creare panico sulla borsa e i titoli di stato generando potenzialmente un flusso eccessivo di vendite. Il governo italiano contesta la decisione di S&P, che non avrebbe tenuto in considerazione il programma di interventi nell’economia già pianificati. L’agenzia di rating ha comunque una view molto negativa sull’economia italiana. Per il 2013 viene stimata una crescita negativa del pil dell’1,9%.

DEBITO PUBBLICO ITALIANO: NUOVO RECORD A 2.041 MILIARDI

Lo scorso anno il pil italiano ha sperimentato un calo del 2,4% e nel frattempo il debito pubblico è a livelli record oltre la soglia dei duemila miliardi di euro. La disoccupazione è superiore al 12%, ai massimi dal 1977, e i consumi sono in picchiata. Intanto, ieri a Piazza Affari l’indice azionario FTSE MIB ha chiuso la seduta di borsa con una lieve flessione dello 0,06% a 15.791 punti, ma stamattina potrebbe scattare violeenti vendite in aperture. Stesso discorso per lo spread Btp-Bund, che ieri aveva chiuso a 275 punti base.