L’agenzia di rating Standard & Poor’s ha tagliato il giudizio sul merito di credito della Spagna a “BBB-“ da “BBB+”. Il downgrade dell’agenzia americana fa scendere il giudizio sull’affidabilità creditizia del paese iberico di due gradini (notch). In virtù di questo declassamento, i titoli di stato spagnoli sono giudicati ad un livello appena superiore a quello “junk”, ovvero “spazzatura”. Gli analisti di S&P hanno giustificato la loro decisione partendo dal presupposto che la Spagna è in profonda recessione e alle prese con grande incertezzza e tensioni sociali.
Secondo S&P c’è poi anche il problema relativo alle resistenze di alcuni paesi della zona euro “core”, in particolare Germania e Finlandia, sulla realizzazione di un’unione bancaria europea ma anche sulla possibilità che il fondo salva-stati permanente Esm possa intervenire direttamente per ricapitalizzare le banche spagnole in difficoltà. L’agenzia americana ha confermato l’outlook negativo, per cui nei prossimi mesi potrebbero esserci nuove bocciature sul merito di credito, a causa dei significativi rischi sulla crescita economica del paese.
Standard & Poor’s ritiene che il governo guidato da Mariano Rajoy possa avere seri problemi nel rispettare i target di bilancio. L’agenzia è molto preoccupata per la sostenibilità del debito spagnolo, a causa della profonda recessione che potrebbe limitare molto l’azione strategica del governo. Quest’anno il pil scenderà dell’1,8%, mentre per il prossimo anno S&P si aspetta una contrazione dell’1,4%. Si tratta di una stima nettamente differente da quella presentata da Rajoy nell’ultima Finanziaria 2013, nella quale era stata indicata una previsione molto ottimistica sul pil al 2013 a -0,5%.
Secondo gli analisti di S&P “l’aumento della disoccupazione e la riduzione della spesa pubblica renderanno probabilmente più intensi le proteste sociali e contribuiranno a far aumentare i motivi di scontro tra il governo centrale e le regioni”. Il governo Rajoy dovrà fare i conti anche con le spinte secessionistiche provenienti dalla Catalogna (che a fine novembre andrà al voto), ma anche in Galizia e Paesi Baschi. Il downgrade di S&P dovrebbe finalmente spingere il governo a chiedere ufficialmente gli aiuti finanziari senza rimandare più la richiesta.