Dopo le Elezioni Amministrative, appena conclusesi, si pensa già al referendum del 12 e 13 giugno 2011, con gli italiani che saranno chiamati ad esprimersi su ben quattro quesiti. Trattasi, nello specifico, di un referendum con quesiti di tipo abrogativo, e la cui efficacia o meno, in relazione ai “SI'” ed ai “NO”, dipende dal raggiungimento o dal mancato raggiungimento del quorum rappresentato dal 50% più uno gli aventi diritto al voto.
Se il cittadino è favorevole per uno o più quesiti all’abrogazione, allora voterà “SI'”, altrimenti voterà “NO” qualora sul quesito preferisca che rimanga tutto com’è senza alcuna eliminazione parziale o totale della legge esistente. Il quesito numero 1 riguarda l’acqua pubblica e, per semplificare, è tale che votando “SI'” ci si esprime contro la cosiddetta “privatizzazione” del servizio idrico, mentre votando “NO” il cittadino vuole che tutto rimanga come stabilito nei mesi scorsi dal Governo in materia di “Modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica”.
Il quesito numero 2 riguarda sempre l’acqua pubblica, ed in particolare se le società che gestiscono il servizio idrico possano o non possano determinare le tariffe in base ad una adeguata remunerazione del capitale investito. Votando “SI'” si vota contro, per semplificare, la possibilità che il gestore possa trarre dei profitti dalla bolletta dell’acqua, mentre se si vota “NO” il cittadino ne dà il consenso.
Il quesito numero 3 è sul nucleare; se si vogliono centrali nucleari sul nostro territorio il cittadino voterà “NO”, mentre il cittadino voterà “SI'” se non vuole che l’Italia torni al nucleare. Infine, il quesito numero 4 riguarda il cosiddetto “legittimo impedimento del Presidente del Consiglio dei Ministri a comparire in udienza penale”; votando “SI'” il cittadino chiede che il Premier si presenti in ogni caso davanti al giudice, mentre con il “NO” si mantiene l’attuale status, ovverosia quello per cui il Premier, in caso di imputazione, può anche non presentarsi davanti al giudice se c’è, appunto, un impedimento che lo giustifica.
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