Il 2011 si è chiuso con i timori sull’Eurozona ai livelli massimi di sempre ed il 2012 promette di proseguire su questa tendenza, visto che le speculazioni sulla Moneta Europea sembrano essere appena all’inizio e l’Eurotower non riesce a ridare credibilità e fiducia come invece dovrebbe.
In un Paese come l’Italia, in cui si è sempre pensato che l’entrata nell’Euro avesse cambiato in peggio la situazione economica delle famiglie, questa è un’occasione in più per tornare a parlare della Lira e di “quanto le cose sarebbero diverse ora” se il Bel Paese avesse mantenuto la sua moneta storica. Da quanto l’Euro è stato introdotto infatti non si è parlato d’altro se non di un ritorno alla Lira ma sembra che da qualche tempo a questa parte a pensarci non ci siano solo le famiglie ma anche le banche stesse.
Il Wall Street Journal infatti ha riportato le voci secondi cui alcuni stati Europei stiano valutando un ritorno alla moneta pre-Euro non solo sulla carta ma anche burocraticamente, rivolgendosi direttamente allo “Swift” (Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication) per ottenere le informazioni necessarie a pianificare il ritorno “di emergenza”.
Dopo la diffusione della notizia che ha fatto il giro del mondo, gli analisti si dividono nettamente; di primo impatto c’è chi pensa che vista la situazione critica dell’intera zona Euro è necessario e fondamentale pensare ad un piano di emergenza come questo per non farsi trovare impreparati ad un possibile default che effettivamente avrebbe luogo da un giorno all’altro senza lasciare riserve.
Dall’altra parte abbiamo invece chi giustamente ricorda che il default dell’Euro non è così prossimo e cominciare adesso a pensare ad un ritorno alla lira ed alle altre monete precedenti all’Euro vorrebbe dire intraprendere un cammino che volgerebbe in quella direzione indipendentemente dal futuro andamento dell’Euro stesso. Questa parte di “ottimisti” se così vogliamo definirli, ha il grande vantaggio di essere rappresentati direttamente da Mario Draghi che definisce questa l’ennesima speculazione sull’Euro come “morbosa”.
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