Le parole di Moody’s si sono rivelate profetiche: l’ultima manovra del Governo rischia di avere conseguenze negative sul rating delle Regioni e dei Comuni italiani, aveva sottolineato l’agenzia di rating e il giorno dopo Standard & Poor’s ha deciso di tagliare il giudizio sul debito italiano, declassandolo da A+ ad A. Due giorni fa é poi tornata a parlare Standard and Poor’s tagliando il voto a 11 enti locali che passano da A+ ad A. Le province che hanno subìto il declassamento sono: Mantova e Roma, le Regioni Sicilia, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Umbria e Marche, e ancora Genova, Bologna e Milano. Anche Torino ha subìto un giudizio poco clemente: rivisto da stabile a negativo l’outlook, seppur ad A il rating sul debito a lungo termine.
I sindaci e i presidenti delle Province e delle Regioni si sono subito dimostrati perplessi per le decisioni prese dalle agenzie di rating e alcuni si sono affrettati a dire che l’abbassamento del rating e’ la dimostrazione del danno che la manovra finanziaria sta portando agli enti locali, mentre sindaci e presidenti di destra é la situazione finanziaria nazionale e internazionale negativa che incide anche sugli enti locali.
L’abbassamento del rating delle principali città italiane e l’ulteriore dimostrazione del danno che le misure assunte dal governo stanno producendo agli enti locali e ai cittadini – ha sottolineato il sindaco di Torino, Piero Fassino. – Non solo vengono tagliate le risorse, ma con l’abbattimento del rating, gli enti locali saranno esposti anche all’ulteriore prezzo di un costo del danaro più alto con evidente penalizzazione sia sugli investimenti sia sull’erogazione di fondamentali servizi ai cittadini. È assolutamente urgente e indispensabile che si apra un tavolo tra Regioni, Comuni, Province e il Governo, sia per la revisione del patto di stabilità sia per l’adozione di misure correttive al decreto governativo.