Presentato un pacchetto di emendamenti al decreto “omnibus” enti locali, durante gli scorsi giorni. Esso darà la prima spinta alla spending review sulla Sanità.
A seguito del via libera tecnico-politico arrivato con le parole del Commissario alla revisione della spesa pubblica, Yoram Gutgeld, si accelera la ratifica del piano concordato dalla Conferenza Stato-Regioni del 2 luglio scorso. Il provvedimento giunge oggi in aula al Senato e non è escluso il ricorso alla fiducia per poi passare alla Camera. “No agli allarmismi – ha rassicurato ieri il Presidente del Consiglio Renzi – sulla sanità si lavora soprattutto alla razionalizzazione e alla riduzione delle centrali di spesa”. Mentre le Regioni si mettono in posizione di guardia: “Abbiamo già dato”, dicono in coro gli assessori alla Sanità.
Quello in discussione è un pacchetto di misure per 2,3 miliardi nel 2015, altrettanti nel 2016 e nel 2017. Fondamentali, e in qualche caso dolorosi, i provvedimenti che riguarderanno direttamente i cittadini. In primo luogo c’è il taglio delle prestazioni specialistiche (visite, esami strumentali ed esami di laboratorio) non necessarie (nel linguaggio tecnico: non appropriate).
Il ministero della Salute con un imminente decreto presenterà l’elenco delle situazioni e patologie dove analisi e approfondimenti sono necessari, se si è fuori della lista si pagherà di tasca propria.
La norma contempla anche una stretta sui medici perché il principo che ispira la razionalizzazione è che bisogna frenare il fenomeno della cosiddetta “medicina difensiva”: medici che per mettersi a riparo da eventuali vertenze giudiziarie, “elargiscono” con facilità analisi e controlli. Da oggi chi sbaglia subirà un taglio allo stipendio.
Lo stesso schema sarà valido anche per i ricoveri per riabilitazione: revisione delle tipologie in base alla appropriatezza e pagamento percentuale oltre i giorni di degenza previsti dalle nuove soglie; controlli e penalizzazioni.