Le incognite legate alle dimissioni del premier Mario Monti e alle imminenti elezioni politiche non frenano la corsa al ribasso dello spread Btp-Bund, che stamattina è tornato a quotare a 300 punti base. Il rendimento del titolo decennale italiano si porta così intorno al 4,4%. Chi pronosticava nuove tensioni sullo spread dopo l’annuncio schock delle dimissioni di Monti è stato decisamente smentito, visto che negli ultimi dieci giorni il differenziale di rendimento tra il Btp e il Bund tedesco a dieci anni è sceso di oltre 60 punti base dai top di periodo.
I mercati non sembrano aver cambiato idea sul fatto che l’Italia merita una certa dose di credibilità, nonostante i principali indicatori economici evidenzino sempre valori preoccupanti mentre la recessione non sembra voler allentare la morsa. Sta facendo bene anche Piazza Affari, che solo il 10 dicembre scorso era scesa temporaneamente in area 15.100 punti. Da quel momento l’indice azionario FTSE MIB ha cambiato bruscamente direzione e ieri ha chiuso con un progresso di circa un punto percentuale.
Stamattina l’indice azionario milanese segna un rialzo dello 0,26% a 16.196 punti. L’indice è salito per ora fino a 16.251 punti, sui livelli più alti degli ultimi due mesi. Il calo dello spread sta influenzando positivamente i titoli finanziari. Stamattina tra i titoli migliori troviamo Unicredit, che guadagna già più dell’1%. In rialzo anche Banca Mps (+0,5%), che beneficia dell’approvazione dei Monti-bond da parte della Commissione UE in attesa di conoscere i dettagli dell’emissione (si parla di una cedola al 10%).
Da un punto di vista tecnico l’indice FTSE MIB dovrebbe attaccare la resistenza di 16.200 punti per provare un nuovo allungo verso i massimi di area 16.700, toccati a metà settembre scorso. Intanto, secondo Credit Suisse il vero rischio per l’Italia non è di natura politica bensì quello legato alla crescita. La banca d’affari elvetica ritiene che si può scommettere sui Btp italiani, sfruttando la volatilità dei prezzi in vista dell’inizio della campagna elettorale e dei primi scontri pre-elettorali. Credit Suisse privilegia l’investimento in Btp piuttosto che in Bonos spagnoli.