Nonostante l’andamento molto negativo dell’economia reale, sembra che il debito pubblico italiano sia ancora in grado di attrarre gli investitori esteri. Pagato lo scotto del voto shock di fine febbraio con alcune settimane ad alta tensione sullo spread, anche a causa della crisi cipriota, i titoli di stato italiani hanno sperimentato un calo dei rendimenti con un ridimensionamento dello spread fin sotto 310 punti base. I motivi di questa discesa dei tassi sui Btp sono riconducibili soprattutto alla politica monetaria del Giappone, che ha scosso i mercati finanziari.
Mentre il Giappone avvia una nuova svalutazione dello yen, attraverso una politica monetaria ultra-espansiva senza precedenti, deprimendo così i tassi sui bond governativi locali, gli investitori giapponesi iniziano a guardarsi intorno per cercare rendimenti più appetibili. Tra gli investimenti che rientrano nella sfera d’azione degli investitori nipponici ci sono anche i Buoni del Tesoro Poliennali. L’interesse per i bond pubblici italiani è dimostrato anche dalla correazione tra i Btp e il cambio euro/yen.
Infatti, ogni volta che lo yen si svaluta avviene un importante flusso in acquisto sui Btp, tanto che la summenzionata correlazione è salita fino al 70%, un valore che non si vedeva dal 2005 e che dimostra come la moneta nipponica e i rendimenti dei Btp si muovono in modo quasi sincronizzato. I titoli di stato giapponesi a dieci anni ormai rendono poco meno dello 0,5% e sul finire della scorsa ottava hanno toccato il minimo più basso di sempre allo 0,315%.
Gli investitori nipponici iniziano così a diversificare con maggiore aggressività le loro sostanze, che finora erano rimaste per buona parte entro i confini nazionali (in particolare fondi pensione e assicurazioni). Ora questo sovrappeso in asset denominati in valuta locale li penalizza, considerando anche che lo yen rischia crollo senza freni secondo Soros. Inoltre, non è un caso che venerdì i tassi sui bond governativi decennali di Francia, Austria e Belgio abbiano toccato i minimi storici. Il denaro dei giapponesi inizia a far rotta sull’Europa.