Solo pochi giorni fa’ è arrivato l’annuncio direttamente dal responsabile dei debiti sovrani Europei di Fitch Rating, che indicava come possibile nuovo target per i downgrade proprio l’Italia insieme ad altri Stati dell’Unione Europea. Ieri sera invece è arrivata una conferma un po’ diversa; ad emettere la sentenza sarebbe stata Standard & Poor’s e questa volta è una vera mattanza.
Dopo un meeting risultato essere estremamente positivo tra Italia e Germania arrivano le parole di S&P a smentire tutto il lavoro fatto fin’ora, ed ovviamente la domanda è se non si sono resi conto quale che sia la vera situazione oppure stanno semplicemente speculando sui debiti sovrani Europei, come fanno da diversi mesi. In ogni caso il downgrade diretto per l’Italia riguarda ben 2 gradini; si passa da una “A” ad un “BBB+” direttamente e così viene spiegata la mossa direttamente dall’agenzia di rating:
Il taglio riflette quella che consideriamo una crescente vulnerabilità dell’Italia ai rischi di finanziamento esterni e le negative implicazioni che ciò può avere per la crescita economica e quindi per le finanze pubbliche
Nella nota viene anche specificato che l’operato del Governo Monti è sicuramente positivo ma le incertezze sui contrasti che questo potrà trovare a breve sulla propria strada costringono l’agenzia a “prendere le distanze” e valutare un possibile peggioramento della situazione nel medio periodo.
L’operato è, come sempre, estremamente prevenuto secondo il nostro punto di vista ma una cosa è certa; se tanta premura nel prevedere disastri finanziari fosse stata riservata per gli Stati Uniti poco prima della crisi dei sub-prime tra il 2007 ed il 2009 in questo momento non staremmo ancora scontando la fase di crisi precedente e la situazione macro economica mondiale sarebbe completamente diversa.
Dopo l’annuncio, che interessa anche Francia (da “AAA” a “AA+”) Spagna (da “AA-” a “A” con outlook negativo) e Portogallo (da “BBB-” a “BB”), l’Euro/Dollaro è stato interessato dalle vendite fino a fine giornata che lo hanno portato ad un close settimanale sotto a quota 1.2700.
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