L’attività degli ultimi mesi di Standard & Poor’s è stata davvero indefessa e non è ancora terminata: ne è una chiara testimonianza l’ultimo maxi-declassamento che l’agenzia americana di rating ha riservato a ben trentaquattro banche del nostro paese. Un elenco davvero infinito, non c’è che dire, con i nomi colpiti che sono quanto di meglio il credito italiano può offrire, come ad esempio Mediobanca, Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Popolare e Bnl. Da cosa deriva questo nuovo taglio delle valutazioni?
►FITCH DECLASSA IL RATING DI CINQUE BANCHE ITALIANE
Come di consueto, il riferimento principale viene rappresentato dal downgrade recente dell’Italia come stato (l’attuale rating è pari a BBB+), quindi la conseguenza diretta è stata l’abbassamento dei giudizi per quel che riguarda la maggior parte degli istituti di credito presi in esame (il totale era composto infatti da trentasette banche). Non si è salvato nemmeno l’outlook, vale a dire le prospettive future sempre in merito al grado di affidabilità degli investimenti, nel 100% dei casi negativo. Il nuovo rating per i gruppi in questione è proprio BBB+, il quale va a configurare una affidabilità discreta, ma anche pericolosamente vicina alle cosiddette “zone a rischio”: altri nomi importanti che sono stati coinvolti sono quelli di Ubi Banca, Banca Carige (BBB-) e Monte dei Paschi di Siena (BBB).
Insomma, una vera e propria “Caporetto” delle banche. Standard & Poor’s non nutre grande fiducia nei confronti del sistema nostrano: in particolare, il rating sovrano detta ancora legge e dunque la redditività degli istituti di credito viene considerata a rischio e guardata con estrema preoccupazione, visto che si temono delle difficoltà nel rifinanziamento dei debiti. La nota della compagnia americana, infine, si conclude con un riferimento a quanto potrebbe accadere nei prossimi mesi. Nel dettaglio, la redditività stessa dovrebbe rimanere piuttosto debole, con un conseguente ritorno in gran stile ai prodotti finanziari che sono aggiustati al rischio, così da sostenere in modo adeguato il costo del capitale.
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