La “questione Grecia” rischia non solo di mettere sotto pressione l’euro, ma anche la sterlina. La debolezza persistente delle ultime sedute per la valuta britannica testimonia come anche il Regno Unito, benché sia fuori dall’euro, può tranquillamente essere soggetto ai raid ed agli attacchi ribassisti della speculazione sul forex. Ad alimentare questa tendenza non è solamente il deficit, cresciuto a dismisura negli ultimi due anni, ma anche l’incertezza sull’esito delle prossime elezioni di primavera che chiaramente avranno un’incidenza rilevante sulle politiche che il Paese vuole portare avanti per sistemare i conti. Il deficit del Regno Unito è decisamente più basso di quello della Grecia, e non si può parlare di default così come fatto per il Paese ellenico; ma in ogni caso si prospetta una primavera calda e volatile dal fronte dei mercati valutari, mentre l’estate di questo passo potrebbe anche essere torrida.