Il governatore della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, ha dichiarato ieri in un’audizione al Parlamento europeo che il risanamento dei conti pubblici sta avendo un impatto positivo anche sul difficile finanziamento delle imprese che ormai sta diventando la sfida più importante per l’Eurotower. Il banchiere italiano ha affermato che nella prima parte dell’anno l’economia europea resterà debole, ma è attesa una graduale crescita a partire dalla seconda metà dell’anno. Draghi ha sottolineato che il 2013 è iniziato con un quadro più stabile, grazie alle riforme promosse dai governi nazionali.
Il numero uno della Bce ha comunque ricordato che per uscire definitivamente dalla crisi servono sforzi più importanti. La Bce darà il suo supporto fornendo liquidità illimitata e monitorando attentamente la dinamica dei prezzi. Draghi ritiene che il processo di consolidamento fiscale è necessario, anche se ha effetti negativi sulla crescita nel breve termine. Durante l’audizione della Commissione affari economici dell’assemblea parlamentare a Bruxelles, Mario Draghi ha affermato che “allentare il consolidamento di bilancio comporterebbe il rischio di perdere per strada i benefici già ottenuti”.
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Il numero uno della Bce ritiene possibile un consolidamento basato meno sull’aumento delle tasse, che nella zona euro sono già molto alte. Draghi ha ammesso che ci sono grosse differenze tra i vari paesi membri e ciò ha un impatto sui costi di finanziamento di stati e imprese. Tuttavia, le difficoltà di accesso al credito spesso dipendono principalmente dal livello di indebitamento delle singole società. Alcuni analisti hanno interpretato le parole di Draghi come un’apertura verso la modifica delle condizioni dei prestiti alle imprese, magari cambiando le regole sui collaterali richiesti nelle operazioni di rifinanziamento.
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Infine, Draghi si è soffrermato per qualche minuto sull’andamento dei tassi di cambio, ribadendo che parlare di guerra delle valute è veramente eccessivo. Il banchiere italiano ha comunque esortato i leader del G-20 ad esercitare “una disciplina verbale molto, molto forte”. La Bce non ha obiettivi di cambio, ma nelle prossime settimane valuterà l’impatto dell’apprezzamento dell’euro sull’andamento dell’inflazione.