Ultimo giorno di lavoro per gli operai Fiat di Termini Imerese, da oggi inizia un lungo periodo di cassa integrazione fino al 31 dicembre, quando la fabbrica cesserà definitivamente le attività. Sconforto tra gli operai dello stabilimento che, dopo 41 anni, si appresta a chiudere i battenti. Grande la delusione per i lavoratori, i quali sono tristi e amareggiati, alcuni di loro si definiscono “malati terminali che aspettano tra pochi momenti che gli venga staccata la spina”. A Termini oggi rimane l’incertezza sul futuro, i lavoratori attendono la notizia che arrivi il nuovo proprietario, a cui la fabbrica andrà in proprietà, la Dr del costruttore di automobili Di Risio, che però non conta di riassumere tutti gli operai.
Oggi è un giorno di lutto per l’imprenditoria italiana e per la storia della Fiat, trasformata da Marchionne in una macchina mangiasoldi che non ha più scopi produttivi e industriali, ma finanziari – ha detto il leader di Italia dei valori Antonio Di Pietro -. Marchionne solo tre anni fa aveva promesso per lo stabilimento siciliano 100 milioni di investimenti per il suo rilancio, ottenendo anche soldi pubblici.
Secondo Di Pietro quindi, gran parte della responsabilità va a Marchionne. Dalla nascita dello stabilimento tante sono state le battaglie per scongiurare la chiusura nei tempi di crisi ma con la globalizzazione e Marchionne, secondo il leader, la Fiat ha messo da parte il lato ‘sentimentale’ e forse anche quello umano.
È un boccone amaro – ha detto ai giornalisti de “Il Tempo”, Giuseppe Spisi, da 34 anni addetto alla catena di montaggio -. Sono arrivato qui senza voglia di lavorare, senza entusiasmo, giusto per dovere. Non ho aspettative, chi mi assume a 57 anni?. Dicono che forse è prevista un’altra giornata di lavoro, ma che senso ha? Non vedo un futuro non so nemmeno se mi sarà concessa la mobilità, la situazione è grave e la crisi che stiamo attraversando non lascia intravedere nulla di buono.
1 commento su “Fiat Termini Imerese chiude, operai disperati”