Mentre il ministero dello Sviluppo economico sotto la guida di Corrado Passera sta lavorando per trovare al più presto una soluzione sulla vicenda Termini Imerese, prosegue il presidio permanente dei metalmeccanici dello stabilimento che, ricordiamo, ha cessato definitivamente la produzione automobilistica giovedì scorso. Organizzato un tavolo riunito dal ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera al quale é stata convocata anche la Fiat, i sindacati, Dr Motor, Invitalia e Regione Sicilia, un incontro che potrebbe rappresentare una svolta per la vertenza dello stabilimento.
Il governo sta seguendo con moltisisma attenzione il caso Fiat – Termini Imperese, nella convinzione che le parti comprendano e condividano – ha sottolineato il ministro del Lavoro Elsa Fornero -. Fiat è simbolo di produttività ma anche di identità nazionale, la sua produzione si avvale di un indotto numeroso composto composto da imprese artigiane. Il governo è pronto a offrire un contributo costruttivo alla composizione della vicenda. Voglio sottolineare che la parte più debole è costituita dai lavoratori, che oggi sono una delle parti più deboli del Paese insieme ai giovani che hanno difficoltà ad inserirsi nel mercato del lavoro, mentre le imprese, soprattutto quelle artigiane hanno sovente difficoltà a trovare giovani disposti acquisire professionalità. Combinare la produttività e la salvaguardia delle conquiste che hanno visto anche questa città primo attore e testimone, è un dovere al quale il governo non intende sottrarsi e non si sottrarrà.
Parole che accendono un barlume di speranza ma che non sono ancora sufficienti a dare delle certezze al numero di operai che ha perso il lavoro. L’accompagnamento alla mobilità è un passaggio cruciale della trattativa per l’acquisizione dello stabilimento da parte della molisana Dr Motor. Gli incentivi sono necessari perchè lo stabilimento conta 1566 lavoratori mentre Dr Motor, potrebbe assumere prendere in tutto 1.312 dipendenti. Rischio disoccupazione quindi per oltre 200 lavoratori, inoltre, c’è l’indotto da garantire, per circa 350 lavoratori.
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