La chiusura per fallimento del Polus Palace Hotel di Budapest è soltanto l’ultimo segnale preoccupante per l’economia ungherese: questo resort è infatti vittima del credito sempre più asciutto di molte compagnie magiare, i cui investimenti stanno continuando a zoppicare fortemente. Il paese non potrà mai ripartire in questo modo, tenendo conto che stiamo parlando della terza economia più lenta del gruppo orientale dell’Ue, addirittura dietro a Romania e Slovenia.
I prestiti bancari per i salvataggi non sono disponibili e il fiorino continua ad essere piuttosto debole nei confronti dell’euro, a conferma che la situazione non è incoraggiante. L’obiettivo principale del premier Viktor Orban, intenzionato a combattere la disoccupazione e ad accelerare la crescita economica del 5% in tre anni, sembra miseramente svanire: secondo gli esperti e gli analisti del Fondo Monetario Internazionale, la crescita si attesterà attorno al 2,5% quest’anno, con forti rischi per il credito dei più importanti istituti nazionali.
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