La Banca centrale americana ha evidenziato, nel suo ultimo rapporto, un’espansione dell’economia nonché un aumento delle pressioni sui salari. Due trend che potrebbero condizionare la decisione su un possibile rialzo dei tassi nella sua riunione dei prossimi 16 e 17 settembre.
E’ quanto si evince dal Beige Book, il rapporto sullo stato di salute dell’economia americana che la Federal reserve pubblica ogni sei settimane. Frutto dell’analisi condotta nei 12 distretti in cui opera la Banca centrale americana, il documento verrà utilizzato nella prossima riunione in calendario a settembre. Una tale indicazione potrebbe implicare che la Fed è ottimista che l’inflazione tornerà a crescere, una condizione chiave per una stretta monetaria. In quell’occasione il governatore Janet Yellen terrà una conferenza stampa dopo il meeting da cui verranno annunciate non solo possibili decisioni di politica monetaria (forse un rialzo dei tassi), ma anche aggiornamenti sulle stime economiche.
La Fed auspica che la gran parte dei settori continui a crescere al passo visto negli ultimi tempi. Dei 12 distretti analizzati, 11 hanno visto una crescita “modesta” o “moderata” mentre quello di Cleveland (Ohio) ha visto un’espansione contenuta. Tuttavia la Fed sostiene che il rallentamento della crescita in Asia possa anche colpire le aziende americane. In generale in alcune aree l’economia si è espansa e il mercato del lavoro, quello delle case e delle costruzioni hanno visto un periodo positivo, anche se ci sono degli ostacoli alla crescita: il dollaro forte e il rallentamento della Cina, la seconda economia del mondo.
Le condizioni del settore energetico nei 12 distretti sono “stabili o in declino”. “Il calo dei prezzi energetici”, recita il rapporto, “ha portato a una riduzione della domanda di macchinari (a Cleveland, Ohio, e Minneapolis, Minnesota) e di metalli (a Chicago e St. Louis, rispettivamenti in Illinois e Missouri).