La Banca centrale europea potrebbe scegliere di abolire definitivamente la banconota da 500 euro. La discussione è ancora sul come: se contemplare una data entro la quale dichiararlo fuori corso o smettere semplicemente di stamparla.
Ma nel Consiglio direttivo prevarrebbe la seconda ipotesi, quella insomma di lasciarla andare ad esaurimento, onde evitare “traumi” come una vera e propria data di scadenza.
La mossa è stata annunciata mesi fa dal presidente, Mario Draghi, che l’ha motivata così: “È sempre più uno strumento per attività illegali”. Ma da quando è noto che la riunione del Consiglio direttivo potrebbe deciderne stamane la fine, in Germania è polemica. E il curioso feticismo da banconota di un popolo associato spesso alla razionalità e al progresso tecnologico, ha ripreso a produrre editoriali indignati e commenti paranoici. Uno dei quali sostiene che la fine di “Bin Laden” costerebbe la bellezza di 500 milioni di euro.
Il consigliere della Bundesbank, Carl-Ludwig Thiele, ha criticato sia l’abolizione della banconota da 500 euro – che rappresenta appena il 3% degli scambi ma un’enormità, in termini di valore, quasi 300 miliardi di euro, il 30% del tutto il contante – sia il piano della Commissione europea di introdurre un tetto ai pagamenti in contanti. C’è il rischio, ha aggiunto, che “pezzo dopo pezzo muoia la libertà”.
Tale dichiarazione evidenzia come sui contanti i tedeschi siano il popolo più nostalgico del mondo. E in queste settimane stanno mettendo insieme, come fa Thiele, i dossier più disparati per alimentare una paranoia atavica: quella che qualcuno voglia strappare loro di mano per sempre monetine e banconote. Come scrisse non la popolare Bild, ma la borghesissima Frankfurter Allgemeine Zeitung in un vibrante editoriale: “I contanti sono la libertà”. Ma in realtà, al di là della discussione sul “Bin Laden” o sul limite ai pagamenti in contanti, nessuno si è mai sognato di proporre in Germania l’abolizione del “cash”. E’ un fantasma che gira per il Paese senza un referente reale.