Altro giorno nero per le criptovalute, dopo i tre giorni da incubo di settembre. Il motivo è sempre lo stesso: la Cina prova a fermare il mercato delle cripto, per poi passare ad una regolamentazione. Oggi la situazione è “drammatica” per gli investitori, ma non è detto che si riproponga la tre giorni settembrina, con crolli del 30% al giorno. Stamattina le cripto perdevano tra il 20 e il 30%, per poi recuperare verso pranzo su una media del -15%. Bitcoin scende del 13% ma poi risale sopra i 12mila dollari. Stessa cosa per Ethereum, prima a -17% e poi in recupero a -10%. Ripple, dopo una caduta oltre il 30%, torna a 1,48 dollari.
Le notizie diffuse dalla Reuters hanno scatenato il panico in Asia. Secondo l’agenzia stampa. Pan Gongsheng, vice Governatore della banca centrale della Cina, avrebbe rilasciato un’indiscrezione per una futura abolizione delle piattaforme di trading maggiori, come Kraken e Coinbase. Un tentativo era stato fatto nel famoso crollo di settembre, con il bando delle Ico e la limitazione al mining. Ma poi i trader di cripto avevano trovato nella Sud Corea un nuovo paese dove operare, e altri canali anche per il mercato cinese. Un movimento difficile da arrestare, anche se le cattive notizie non finiscono qui. Infatti proprio la Corea del Sud, oggi maggior paese per le cripto, sta valutando un blocco del mercato. La notizia è stata data dal ministro della Giustizia Park Snag-ki, per fermare la speculazione, ma da Seul si sta procedendo con molta calma, e non prima di una attenta valutazione.