Prosegue negli scambi della tarda mattinata londinese la discesa della valuta unica sulle principali controparti, mentre i corsi di yen e franco svizzero traggono beneficio dal clima di marcata avversione al rischio. Sugli schermi Reuters il cambio dell’euro/yen scivola al record negativo da maggio 2002, in calo di circa 4% in seduta fino a 113,64. Marcato deprezzamento per la divisa unica europea contro franco svizzero, con il cross al minimo dall’introduzione della valuta unica fino a 1,4301. Questo apprezzamento dello yen non solo contro l’euro, sembra preoccupare le principali autorità economiche e finanziarie internazionali. I Ministri delle Finanze e i banchieri centrali dei paesi del gruppo del G7, infatti, hanno emesso un comunicato congiunto esprimendo preoccupazioni sull’eccessiva recente volatilità dello yen. I sette paesi più industrializzati del mondo inoltre continueranno a monitorare con attenzione i mercati e a cooperare nel comune interesse per un sistema finanziario internazionale forte e stabile.
“Siamo preoccupati della recente eccessiva volatilità del tasso di cambio dello yen e delle sue possibile implicazioni negative per l’economia e la stabilità finanziaria“, si legge nella nota. Le dichiarazioni arrivano dopo il balzo dello yen sopra la soglia d’allarme per gli esportatori, raggiungendo i massimi dei 13 anni di 90,87 contro il dollaro,venerdì scorso. Alcuni analisti hanno letto il comunicato del G7 come un segnale per un possibile intervento sui cambi, soprattutto dopo che la banca centrale australiana ha dichiarato stamani di essere entrata nei mercati delle valute per la prima volta dopo oltre un anno per sostenere la propria moneta. Euro molto debole anche contro il dollaro, scambiato stabilmente ormai sotto 1,25. Intanto La Bce, secondo Klaus Abberger, economista dell’istituto di economia di Monaco, ha spazio per tagliare i tassi d’interesse di almeno altri 50 punti base. Abberger ha detto che il pericolo principale che l’economia tedesca deve affrontare è la crisi del credito. I finanziamenti sono diventati più difficili, ma non ancora drammatici, ha detto aggiungendo che è possibile si verifichi una recessione. Nel frattempo le quotazioni del greggio sono scese sotto i 6o dollari, per la prima volta da Marzo 2007, malgrado la decisioone dell’Opec di tagliare la produzione