Chiusura del mese disastrosa per gli indici mondiali e l’Italia ovviamente non è da meno.
Dall’apertura del mese di Febbraio a quota 17676 siamo ora a 15282 con una perdita percentuale del 14,79% in soli 28 giorni di calendario.
La media mobile veloce staziona ancora in area 33000, quindi non fornisce assolutamente indicazioni utili allo stato attuale. Intanto l’RSI mensile a 14 periodi si porta fortemente in ipervenduto in zona 15: quanto si potrà ancora continuare a scendere con questo ritmo? Dove vogliono arrivare i mercati?
Continuando di questo passo, lo zero è vicino, e difficilmente ci arriveremo. Insomma, anche se la crisi non è finita, è ora di fermarsi per evitare la chiusura delle Borse valori causa mancanza di compratori. Vista la condizione attuale, tecnicamente è necessario scaricare gli oscillatori, e la cosa può avvenire in due modi: lateralizzando oppure rimbalzando per diversi mesi. La seconda ipotesi attualmente non è probabile vista la situazione globale, pertanto per la prima volta ci si augura un laterale dei prezzi che salverebbero dal default degli indici.
Nessuna indicazione dunque nel medio periodo, con gli indicatori saldamente negativi ancorati ai nuovi minimi; ma gia nel time-frame daily vediamo come il Mercato sembra aver trovato un buon supporto con i minimi del 24 Febbraio: una loro violazione porterà al test dei 14610 da sfruttare in ottica intraday, e difficilmente ci spingeremo tanto oltre di quel livello. Tuttavia, acquisti in questo momento sono ad alto rischio (a fronte ovviamente di un alto rendimento qual’ora l’ipotesi del rimbalzo di medio periodo prenderà forma).
La violazione della trend-line daily passante per 15240 porterà l’indice S&P-Mib a testare prima i 16000 e successivamente i 16800. Il livello indicato potrà essere sfruttato per la chiusura delle posizioni short in essere, con eventuale reverse per sfruttare il rimbalzo tecnico che sembra scaturirà nelle prossime sedute, complice l’RSI appena uscito dall’ipervenduto.