Uno dei pilastri portanti di Piazza Affari è sicuramente Enel, o forse dovremmo dire “era” Enel. L’evoluzione dopo la fase di crisi e rischio default (non ancora passata a dire il vero) avrà sicuramente delle conseguenze per tutti ed Enel comincia a far fronte ai cambiamenti del mondo finanziario cambiando le politiche aziendali da qui al 2016. Il downgrade di Standard & Poor’s non pesa come si potrebbe pensare in una situazione normale; la decisione dell’agenzia di rivedere al ribasso il rating portandolo a “BBB” è la naturale conseguenza di quello che è successo e sta succedendo nell’Eurozona, anche se nessuno si preoccupa di questo visto che il Governo Monti ha rilanciato l’Italia e le stesse agenzie sono pronte a rivedere al rialzo le stime.
Se inoltre consideriamo che il potere e l’influenza delle agenzie di rating si è notevolmente ridotto dopo l’atteggiamento “sospetto” avuto durante i mesi peggiori, allora ecco chiarito in via definitiva perchè non è stato questo il fattore critico che tra ieri ed oggi è costato un crollo verticale a Piazza Affari.
La posizione del gruppo energetico è stata rivista in particolare proprio su quell’aspetto che negli anni aveva attirato gli investitori e cioè il dividendo. Secondo L’A.D. negli anni precedenti il dividendo generoso era sopportabile, mentre nella situazione attuale non è più possibile (o preferibile) premiare “troppo” gli investitori sacrificando le finanze aziendali. Immediata la reazione sul book ovviamente; a liquidare le posizioni sono sia gli investitori privati che gli istituzionali che per anni hanno seguito Enel proprio per i dividendi, anche se l’A.D. Fulvio Conti minimizza, dichiarando ai microfoni di Radio1 che il mercato ha reagito in modo troppo emotivo sulla scelta delle politiche dei dividendi per i prossimi anni.
Emotivo o meno questo chiaro segno di sfiducia è un duro colpo che nel lungo periodo potrebbe costringere a rivedere nuovamente le scelte aziendali in favore degli investitori.
►RENDIMENTO OBBLIGAZIONI ENEL 2012