Dai minimi dello scorso 25 novembre 2011 in area 13600, l’indice azionario italiano FTSE MIB ha guadagnato il 25% circa mentre da inizio anno la performance si aggira intorno al 12%. Il listino principale di Piazza Affari ha beneficiato, come del resto un po’ tutti i principali “risk asset”, di un ritorno deciso dell’appetito per il rischio a seguito delle maxi-iniezioni di liquidità effettuate dalla Banca Centrale Europea il 21 dicembre 2011 prima e il 29 febbraio poi. L’indice milanese è stato trainato al rialzo soprattutto dai titoli finanziari, che hanno certamente sovraperformato l’indice di riferimento, ma anche dai titoli industriali come Pirelli, Prysmian, Finmeccanica e Fiat.
Da un punto di vista tecnico l’indice FTSE MIB ha raggiunto una zona di resistenza giornaliera importante in area 17000 punti, dove la pressione dei venditori sta iniziando a farsi sentire dopo due mesi di rally quasi incontrastato. Ad ogni modo la piazza finanziaria milanese resta tra le più toniche d’Europa, grazie anche alla spettacolare caduta dello spread Btp-Bund e alla discesa dei tassi di BoT e BTp che hanno fatto scendere sensibilmente la percezione del rischio-paese tra gli investitori internazionali.
Il buon momento per l’indice azionario potrebbe proseguire in caso di breakout deciso di area 17000. Se ciò dovesse avvenire l’indice avrebbe un upside potenziale di almeno mille punti (cioè un ulteriore 6% circa di rendimento), considerando che la resistenza successiva più importante è posta in area 18000. Il consolidamento della tendenza rialzista delle borse mondiali potrebbe favorire ulteriori apprezzamenti, anche fino alla soglia psicologica dei 20000 punti. Di converso, una chiusura settimanale sotto 16.000 punti, aprirebbe le porte per un ritracciamento verso 15600 punti prima e 15000 punti poi.