Gli italiani rimandano l’impegno sul mattone portando gli investimenti immobiliari in calo rispetto alle passate stime. E’ l’Istat a rendere nota questa particolarità del mercato nostrano, facendo notare come nel 3° trimestre del 2016 vi sia stato un incremento del potere di acquisto degli italiani ma sia stata registrata una minore spinta all’investimento.
Nello specifico l’aumento del potere di acquisto delle famiglie è stato dell’1,8% mentre il reddito disponibile è salito dell’1,9%. Il vero problema? Come sottolineano anche Adusbef e Federconsumatori commentando i dati statistici, quella che poteva essere una buona notizia è stata completamente annullata dall’alto livello di disoccupazione che fa calare il reddito reale delle famiglie di almeno 400 euro.
Non solo: parlando di mercato immobiliare è altrettanto importante calcolare quello che è il contesto socioeconomico: il consumatore, dati i numerosi scandali degli ultimi anni, non si sente di investire sull’acquisto di abitazioni caricandosi sulle spalle un mutuo. Carlo Rienzi, presidente del Codacons, commentando la situazione, riassume in modo molto diretto quella che è l’attuale condizione italiana:
Gli italiani, in una fase di grande incertezza economica e politica, sono diventati sempre più “formiche”, ossia hanno incrementato il risparmio mettendo da parte i soldi, rimandando al futuro gli acquisti. Non a caso la propensione al risparmio risulta in crescita dello 0,6% rispetto allo stesso trimestre del 2015. Questo non è certo un bene per l`economia nazionale, perché attesta un clima di generale sfiducia da parte delle famiglie le quali, pur essendo in condizione di spendere di più rispetto al passato, continuano a contenere i consumi.
Esattamente ciò che accade con il mercato immobiliare dove il tasso di investimento (basato di acquisto di abitazione e reddito disponibile lordo, N.d.R.) è stato nel terzo trimestre 2016 pari al 5,9%, invariato rispetto l’anno precedente.