La compravendita di immobili è un’attività che molte persone svolgono come professione; ci sono poi soggetti che si occupano di acquistare e rivendere immobili solo saltuariamente, nel periodo in cui mantengono il possesso dell’immobile lo utilizzano personalmente, oppure lo affittano a soggetti terzi. Forse non tutti sanno che all’atto della vendita di un immobile è necessario considerare la somma ottenuta come plusvalenza, sulla quale è necessario pagare le tasse. Non tutti pagano questo tipo di tassazione, cerchiamo di capire a quanto ammonta e chi ha l’obbligo di pagarla.
Solo sulle plusvalenze
Precisiamo che la somma che viene tassata è unicamente la plusvalenza immobiliare. Ossia la somma ottenuta come guadagno rispetto al prezzo di acquisto iniziale. Possiamo spiegare il concetto di plusvalenza in modo più semplice con un esempio; se il Sig. Rossi ha comprato un appartamento a 150.000 euro e lo rivende a 200.000 euro la plusvalenza è di 50.000 euro, ossia la somma in sovrappiù rispetto al prezzo di acquisto. La tassazione avviene solo su tale somma, non sui 200.000 euro totali percepiti dal Sig. Rossi in fase di vendita dell’immobile.
Chi non paga le tasse
La tassazione sulle plusvalenze immobiliari si applica solo a specifici soggetti. In particolare solo nel caso in cui l’immobile sia stato acquistato, fino a un massimo di 5 anni prima della vendita. Quindi tutti coloro che mantengono l’immobile per oltre 5 anni non sono tenuti a pagare la tassazione sulla plusvalenza. Vale però sempre l’obbligo di pagare l’imposta di registro e l’imposta catastale, che sono però a carico dell’acquirente. In sostanza chi vende un immobile o un terreno che possiede da più di 5 anni non è tenuto a pagare alcun tipo di tassazione. Non sono tenuti a pagare alcun tipo di tassazione sulle vendite immobiliari coloro che hanno ottenuto il bene per donazione o per eredità. Neppure nel caso in cui rivendano l’immobile prima che siano trascorsi 5 anni.
Coloro che utilizzano l’immobile come abitazione principale non hanno l’obbligo di pagare le tasse sulle plusvalenze immobiliari, anche se lo rivendono prima dello scadere dei canonici 5 anni.
Chi paga sulle plusvalenze immobiliari
Sono invece tenuti a pagare le tasse sulle plusvalenze immobiliari coloro che rivendono un immobile che hanno acquistato a titolo oneroso, quindi pagando una certa somma, prima che siano scaduti i 5 anni dal giorno dell’acquisto. È possibile in questo caso comportarsi in due modalità distinte. Il venditore può inserire la plusvalenza all’interno dell’imponibile IRPEF dell’anno, per poi saldare la somma in fase di dichiarazione dei redditi, considerando lo scaglione previsto dalla legge. Oppure si può saldare l’imposta sostitutiva sulle plusvalenze immobiliari, pari al 26% della somma percepita come plusvalenza. In questo caso è necessario versare l’intera somma dovuta al notaio al momento del rogito, perché sarà costui a preoccuparsi di saldare la tassazione per il cliente. Ricordiamo che stiamo parlando sempre di plusvalenze; tornando all’esempio del Sig. Rossi, il calcolo del 26% si fa sui 50.000 euro aggiuntivi rispetto alla somma pagata per l’acquisto iniziale dell’immobile.
L’IVA sulle compravendite immobiliari
Nel nostro Paese l’IVA non è dovuta sempre quando si tratta di compravendite immobiliari. In particolare questo tipo di tassa è presente solo nel caso in cui il rivenditore sia anche il costruttore dell’immobile, che nei fatti vende un suo “prodotto”. Per le vendite tra privati l’IVA non viene versata, cosa che accade quindi anche in caso di vendita di un immobile prima o dopo i 5 anni di proprietà. In ogni caso l’IVA è a carico dell’acquirente, così come varie altre tasse alle quali il venditore è del tutto estraneo. Sono quindi preoccupazioni di chi compra casa e non di chi la vende.