Sono sempre di più gli italiani che decidono di non approcciare al mercato immobiliare, rinunciando a investire nel comparto.
Ciò emerge da un rapporto a firma Ipsos e Acri: tre italiani su quattro dicono ‘No’ al mattone, scegliendo di non prendere parte da un mercato troppo saturo in termini di dimensione e distribuzione che presenta prezzi troppo alti e che sembra non adeguarsi alle misure necessarie per uscire dalla lunga crisi.
Seguendo l’andamento del settore, è possibile osservare il protrarsi di una lunga onda per la bolla immobiliare. Il cedimento del mercato e progressivo. Si è manifestato in primis con un decremento dei finanziamenti, poi con la diminuzione graduale del credito, e infine con un crollo netto delle compravendite.
Sempre dal rapporto Acri-Ipsos si evince la volontà di risparmiare sul credito. Quale sarebbe la ‘ricetta’ giusta per la ripartenza? Gli esperti provano a descrivere gli ‘ingredienti’:
Il ritrovato spirito di misura che aveva caratterizzato la nostra gente nelle generazioni passate porterà nel medio periodo a rintracciare il corretto equilibrio tra redditi, spese, risparmi ed investimenti, per questo sono portato a considerare questa fase non già come un triste periodo di perdita di ricchezza ma piuttosto come una preziosa occasione di ripartenza da solide basi di stabilità che saranno prodromiche del successivo periodo di crescita. Elemento imprescindibile per inaugurare la nuova era sarà un adeguato riposizionamento dei prezzi all’attuale ma soprattutto al futuro livello dei redditi e non, come accaduto recentemente, con multipli insopportabili ma con un rapporto costi/benefici che non monopolizzi l’impegno economico delle giovani famiglie. Insomma il nuovo assetto del mercato immobiliare italiano dovrà fare i conti le reali capacità ed esigenze della gente comune e non più con velleitarie ipotesi di faraoniche cementificazioni ad alto prezzo da finanziare prevalentemente a debito.