Non poteva che inserirsi anche un colosso come Google nell’affaire che potrebbe dar vita all’acquisizione di Yahoo Incorporated: la compagnia di Sunnyvale tentenna ancora nel valutare tutte le offerte che le sono pervenute, dunque ora tocca a Mountain View tentare di finanziare in maniera adeguata l’intera operazione per avere la meglio sugli altri concorrenti. Come trapela dalle principali indiscrezioni, comunque, la stessa società informatica non dovrebbe optare per un’offerta vera e propria come avvenuto con Microsoft, ma comunque le trattative sono piuttosto serrate da questo punto di vista.
In effetti, non bisogna dimenticare che questa acquisizione deriva proprio dal licenziamento del precedente ad di Yahoo, Carol Bartz, a causa degli scarsi risultati ottenuti nel confronto proprio con Google in relazione al mercato pubblicitario. Proprio per questo motivo, il sostegno finanziario in questione dovrebbe essere rappresentato da un prestito in grado di preservare il gruppo californiano come rivale e di rinsaldare la concorrenza all’interno dell’industria del web. Tra l’altro, come sottolineato da diversi addetti ai lavori, nel caso in cui la concorrenza stessa dovesse dissiparsi o diminuire, interverrebbero allora i regolatori per rafforzarla di conseguenza; Google, in particolare, non ha alcuna intenzione di essere accusata di voler instaurare un monopolio vero e proprio. Questo stesso supporto, inoltre, potrebbe essere garantito persino alle altre rivali, dato che le disponibilità finanziarie ammontano a circa 42,6 miliardi di dollari in denaro cash e investimenti di breve termine.
La Us Federal Trade Commission ha avviato un’istruttoria sulle pratiche commerciali del più celebre motore di ricerca da diverso tempo ormai, visto che le indagini sono cominciate lo scorso mese di giugno: l’Unione Europea e lo stato federale del Texas, invece, stanno approfondendo la leadership di Mountain View proprio a proposito del proprio settore di mercato di riferimento. Il finanziamento in questione, infine, dovrebbe essere molto simile a quello che nel 1997 la Apple garantì per il comparto dei personal computer.
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