E’ inutile nasconderlo: Qatar Airways, facendo nascere dalle ceneri di Meridiana la nuova AirItaly, rischia di divenire una spina nel fianco anche per Alitalia e la sua vendita. D’altronde il messaggio è stato lanciato forte e chiaro: il neo vettore punta ad essere il più importante nel nostro paese. Sarà possibile?
Dapprima nel 1963 fu Alisarda e poi nel 1991 venne Meridiana: una compagnia che nel corso dei decenni ha vissuto molti momenti importanti e dato vita a grandi numeri, ritrovandosi negli ultimi tempi nella necessità di cambiare completamente il suo assetto. Qualcosa che sta avvenendo ora, grazie anche al 49% di maggioranza della società aerea del Qatar che ha in mente un ottimo programma per risollevare le sorti di questa compagnia aerea. Un cambiamento tra tutti? Non più centralità dell’amministrazione e del vettore in Sardegna ma a Malpensa: luogo dove per lei sarà possibile lavorare su molte più tratte.
Non è stato reso noto quanto effettivamente sia stato investito dalla Qatar Airways nell’azienda italiana, ma quel che appare evidente è ciò a cui punta: se non il monopolio, di certo ad uscire indenne e vincitrice da una crisi che ha messo in ginocchio le compagnie di bandiera nel nostro paese. E’ possibile vederlo da quello che si conosce essere il piano industriale: 1500 nuove assunzioni, dal 2019 l’ingresso nella flotta aerea dei nuovissimi Boeing 787 Dreamliner. AirItaly usufruirà inizialmente degli Airbus A330-200, messi a disposizione da Qatar Airways, (24 poltrone di business e 236 di economy con wi-fi on board e 31 pollici di spazio per passeggero) ma per un periodo limitato di tempo: quel che si vuole è che la compagnia aerea italiana possa acquistare i suoi velivoli e divenire una compagnia “premium”.
E è uno dei motivi per i quali si punta anche ad un rinnovo dello scalo di Malpensa nell’area dedicata all’hub di AirItaly. E’ importante da notare come parte dell’investimento sarà rivolto ai dipendenti, puntando non solo ad eventuali benefit ma anche all’aggiornamento degli stessi ed all’elargizione di premi di produzione al fine di migliorare l’impegno dei lavoratori sia in quantità che in qualità.
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