A quanto pare sarà Salini Impregilo a far rinascere la buona stella di Astaldi, multinazionale delle costruzioni che da tempo è vittima di una forte crisi finanziaria: e lo farà attraverso un’offerta di 225 milioni di euro.
Più nello specifico ha presentato un’offerta per il gruppo attraverso un aumento di capitale per 225 milioni che corrisponde per il 65% del capitale post aumento di una società “sostanzialmente esdebitata“: si tratta di un’offerta, specificano che è legata non solo al contributo di “coinvestitori di lungo periodo” ma anche alla disponibilità delle banche di concedere delle linee di credito. Ha sottolineato Astaldi all’interno di una nota:
[Il board] avendo ricevuto una offerta da parte di Salini Impregilo, ha approvato la presentazione del piano e della proposta concordataria, di cui alla domanda di concordato preventivo con continuità aziendale, recante le indicazioni per il soddisfacimento dei creditori, nonché ulteriore documentazione prevista dalla legge.
Secondo quanto ricostruito dal quotidiano Repubblica, al termine dell’aumento di capitale, oltre alla quota di maggioranza in mano a Salini Impregilo, un altro 30% si troverebbe in mano ai creditori, che in questo modo vedrebbero la loro parte di credito convertita in nuove azioni. Alla famiglia Astaldi, che parte da un 69% del capitale, a fine operazione rimarrebbe solo il 5%.
L’offerta di Salini per Astaldi punta ad essere, come specificato dai primi, “un’operazione di sistema volta anche a consolidare il settore delle grandi opere e delle costruzioni” per garantire al settore “stabilità e sviluppo, continuità dei lavori di opere anche strategiche, rafforzamento delle capacità progettuali e industriali tali da proiettare la società così rafforzata in un futuro da protagonista in Italia e all’estero” e quindi “un’opportunità per creare uno dei maggiori operatori globali con un portafoglio commesse Epc combinato di circa 33 miliardi e oltre 45 mila dipendenti“.